Dopo trenta anni di esperienza è sempre bello e, te lo confesso, piacevolmente sorprendente, sentire ancora l’adrenalina, quella sana tensione prima di un incontro professionale. Quella sana tensione che olia i sensi, che li lubrifica e che ti rende mentalmente più agile e scattante.
Non è una sensazione che fa bene solo a me che devo proporre spunti, suggerire consigli e strategie, ma anche a chi mi ascolta e che è venuto a sentirmi con la speranza di tornare a casa dal nostro viaggio comune con qualche bel souvenir per l’anima da mettere in valigia.
Mi sono sentito onorato, felice, coinvolto, e ho vissuto questa esperienza come una sorta di privilegio. Tenere un seminario alla facoltà di Economia e Commercio della prestigiosa Università Cattolica di Piacenza è stato un momento che mi ha davvero emozionato.
Developing learning skills with neuroscience and emotional intelligence: questo il tema che ho avuto il piacere di presentare ai circa cinquanta studenti del primo anno collegati con me in remoto; una lontananza fisica imposta dal momento che stiamo vivendo, ma che non ha reso questo incontro meno emozionante e fruttuoso.
Così come ho fatto grazie all’articolo di Repubblica pubblicato qualche tempo fa (clicca qui per l’articolo), voglio sfruttare anche questo stimolo per dirti la mia su un argomento spesso poco inquadrato nel modo corretto, e cogliere così questa occasione per centrare meglio l’obiettivo sui giovani e le strategie di apprendimento.
Durante il workshop che abbiamo tenuto online con gli studenti di Piacenza, ho avuto delle sensazioni che sul momento non ho avuto il tempo di etichettare in modo preciso. Ne sentivo una in particolare che stuzzicava il mio interesse… Ce n’erano certamente anche altre, come accade durante ogni incontro a cui partecipo, ma questa che sentivo era davvero singolare.
Quando abbiamo concluso l’incontro, ho avuto tempo e modo di ordinare queste considerazioni davanti a me e, come in un confronto all’americana, ho potuto guardarle in faccia con attenzione per scrutarne bene i lineamenti e dargli così un nome preciso. E ho capito da dove derivasse quel “prurito”.
La sensazione che stavo provando era una sorta di viaggio nel tempo, perché mi stava catapultando indietro di trenta anni, a quando ho iniziato questo percorso lavorativo.
Un dito invisibile che ha premuto sul tasto “rewind” della mia vita professionale per invitarmi ad una riflessione, ad un paragone tra quello che c’era allora e quello che c’è oggi per ciò che riguarda le metodologie e le tecniche di apprendimento. Confrontarmi con i giovani di Piacenza mi ha fatto capire come sia effettivamente avvenuta una certa riduzione del gap esistente sul metodo.
Ma com’era la situazione all’epoca? I primi passi nel mondo del coaching li ho mossi nel 1989 con la Memotec Superlearning di Giancarlo Nacinelli, la società che per prima portò in Italia dagli Usa quelle tecniche con cui sono nati i primi formatori ora in voga in Italia ed in Europa. In quel momento non c’era nulla del genere in Italia, così la Memotec ha colmato questa lacuna intraprendendo un’azione di sensibilizzazione circa le strategie di super apprendimento, di lettura veloce, la metodologia di studio, la disinibizione oratoria divenuta poi public speaking, nel mio caso “da paura”. Il divario, come sottolineavo qualche riga più in alto, è stato sì ridotto, ma resta comunque ampissimo.
Gli studenti, ad esempio, non hanno cognizione delle mnemotecniche e del vastissimo panorama di strategie mnemoniche utilizzate fin dall’antichità. Compilare un elenco completo di pensatori, artisti, uomini di potere che si sono avvalsi di questi strumenti è pressoché impossibile, ma è sufficiente citare solo Cicerone, Leonardo, S. Agostino, Giordano Bruno, per farti capire l’importanza dello strumento in questione e della memoria stessa.
Non è un caso che sia stata proprio la mitologica Mnemosine, personificazione della memoria, ad aver partorito le Muse dopo aver giaciuto per nove notti con Zeus, come al solito grazie ad uno dei suoi innumerevoli e fantasiosi travestimenti.
Così come era importante per gli antichi popoli, anche oggi la memoria continua ad essere fondamentale e anch’essa, come tutto il resto, ha partecipato, in parte subendole, alle novità e ai cambiamenti tecnologici. In virtù di questi cambiamenti, anche l’approccio funzionale all’apprendimento è protagonista di un cambio di muta periodico in cui si rinnova esternamente, ma mantiene costante e inalterato un metodo che non risente del cambiamento esterno.
Immaginiamo questo metodo come la ruota: da quando è stata inventata ha subito modifiche, migliorie, ma il suo principio resta lo stesso. Nel corso dei secoli sono cambiati i mezzi a cui ha prestato la sua opera, ma lei è rimasta fedele al suo principio. Al suo “metodo”.
Il metodo a cui faccio riferimento, io lo esprimo in cinque punti, uno per ogni dito di una mano, e lo puoi scaricare a questo link come bonus gratuito all’opera “Super Apprendimento, per imparare in fretta”, dove riuscirai ad imparare le strategie per apprendere meglio, di più e in modo sensibilmente più veloce.
L’apprendimento è l’asso nella manica, il jolly che può essere davvero determinante in un momento di estrema incertezza come quello che stiamo vivendo, un momento in cui si sta rivelando fondamentale e necessario sapersi reinventare. E sapersi reinventare può fare la differenza.
Voglio chiudere l’articolo dicendo anche a te quello che ho detto ai ragazzi dell’università di Piacenza. Quando avrai concluso il tuo ciclo di studi e avrai conseguito la laurea triennale o magistrale ed inizierai a bussare alle porte in cerca di lavoro, potrai sederti davanti al selezionatore o a chi ti farà il colloquio con un’arma in più. Con un’arma che farà la differenza tra te e gli altri candidati.
Potrai guardare negli occhi il tuo interlocutore e disarmarlo con la forza della sincerità dicendo che probabilmente non sai ancora nulla di quel settore, ma che hai voglia di imparare e sai farlo. Sai farlo in fretta. Ti posso garantire che il feedback che riceverai sarà positivo al 100%, perché con l’arte di apprendere stai dimostrando la voglia di cambiare e di essere migliore.
Se hai letto questo blog, e vuoi acquistare l’opera completa, scrivici a info@mentalcoach.it.